E’ il momento delle grandi donne italiane. Da poco abbiamo finito di celebrare Fabiola Gianotti, prossimo Direttore Generale del Cern di Ginevra, che ci dobbiamo concentrare su un’altra”Wonder Woman” in tricolore. E lei se la porta sempre appresso, la bandiera italiana, impressa sulla tuta da astronauta.
Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Esa
Per Samantha Cristoforetti è iniziato il conto alla rovescia per la missione della vita, sarà la prima donna italiana ad andare nello spazio, la prima a mettere piede sulla Stazione Spaziale Internazionale, la prima a restarci per sei mesi. Non inganni il viso dolce, il sorriso aperto, gli occhi vispi e il fisico minuto. Sam ha nervi d’acciaio e volontà incrollabile: a 37 anni ha un curriculum da grande veterano. Ingegnere meccanico, laurea in scienze aeronautiche, pilota dell’aviazione, specializzazioni in mezzo mondo. E poi la selezione per l’Agenzia Spaziale Europea per diventare astronauta – prima donna italiana e terza europea – risultando sesta su un totale di 8500 candidati.
La sua missione, -la missione Futura ci piace pensare che sia stata chiamata così in onore del famoso brano di Lucio Dalla – partirà domenica 23 novembre alle 22 italiane dalla base russa di Bajkonur, quando verrà lanciata la Soyuz con destinazione la Stazione Iss. Scelta obbligata, quella della base russa, da quando la Nasa ha interrotto le missioni con lo Shuttle e in attesa della nuova navetta americana. Sam da qualche tempo è in quarantena insieme ai suoi compagni di viaggio, il russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry Virts . Le immagini che ci arrivano dal suo rifugio alla Città delle Stelle ci rimandano una giovane donna alle prese con gli ultimi preparativi per la partenza, con la tuta bianca, nel simulatore di volo insieme ai compagni.
Samantha porterà nella stazione spaziale circa 200 esperimenti scientifici da realizzare durante la sua permanenza di certo non avrà modo di annoiarsi. Due dovevano precederla sulla Stazione Spaziale, con il razzo Antares sfortunatamente esploso poco dopo la partenza, alla fine d’ottobre. Dovrà fare ricerche sulla fisiologia umana, sulla resistenza ossea in mancanza di gravità, sull’attività cerebrale nello spazio. Poi studio dei materiali, esperimenti sulla qualità del sonno.
E infine l’esperimento italiano per eccellenza, particolare e insolito, evocativo già dal nome, ISSpresso. Sam porterà nello spazio una speciale macchina per il caffè, a capsule con il marchio di un grande produttore. Per prima cosa verificherà la tenuta delle miscele in ambienti senza gravità. Ma l’intento principale è di supporto all’equipaggio, puramente ludico: se si devono passare sei mesi lassù almeno con il conforto di una tazza di caffè come si deve, di tanto in tanto…