E’ come se avessimo inforcato un paio di occhiali speciali, che vedono tutto quello che ci circonda in modo differente. Quella piccola onda gravitazionale, arrivata fino a noi da estremamente lontano, generata da una collisione tra due buchi neri, ha rivoluzionato la Fisica. E ha dato la certificazione definitiva alla teoria della relatività, la straordinaria intuizione di Albert Einstein, vecchia di 100 anni ma mai così attuale. Ora lo sappiamo con certezza: anche le informazioni sulla gravità si muovono con pacchetti di onde, così come succede con la luce, con il suono.
L’esempio dello stagno è perfetto, dobbiamo immaginare che l’acqua sia lo spazio-tempo ben descritto nella relatività, e il sasso buttato sia la massa che lo modifica, e che trasmette verso l’esterno le informazioni.
Buchi neri nello Spazio-Tempo
Il segnale che ha certificato in modo inequivocabile l’onda gravitazionale arrivata fino a noi è stato captato a metà settembre dello scorso anno negli Stati Uniti, in un progetto di ricerca che prevede una collaborazione con i laboratori Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) a Cascine, in provincia di Pisa.
Tre interferometri, con tubi chilometrici dove passano raggi laser, che lavorano in modo alternato. Ebbene in uno di questi tubi si è avuto uno spostamento infinitesimale, si parla di un miliardesimo del diametro di un atomo, ma in quello strumento così potente è stato come un “boato”, arrivato da un miliardo di anni fa. Mesi di verifiche fino alla certezza : quello spostamento era l’impronta di due buchi neri che collidevano, quel segnale era la loro fotografia.
Interferometro di Cascine
“Ora potremo vedere i buchi neri“, hanno esultato gli scienziati riuniti a Cascine. Ed è questo l’effetto immediato, vedere quello che finora era invisibile, che si immaginava esistesse, ma che non era mai stato osservato. I nuovi occhiali ci sveleranno questo Universo. Potenziandoli, questi occhiali, andremo sempre più lontano nello spazio e nel tempo. Scoprendo l’Universo in una forma diversa. Oggi è solo il primo passo, il bello deve ancora arrivare
Buchi neri